concorso straordinario farmacieLa legge 27 del 2012 che ha convertito il decreto “Cresci Italia” del Governo Monti prevedeva un concorso straordinario per l’apertura entro un anno di nuove sedi farmaceutiche, ma a distanza di due anni e mezzo la situazione è ancora in alto mare. Eppure la legge, per cui le critiche non sono comunque mancate, conteneva interessanti elementi di novità, come spiega a FarmaciaVirtuale Carlo Ranaudo, docente all’Università Federico II di Napoli, che sottolinea l’opportunità di aprire una farmacia per giovani e associazioni di colleghi, anche grazie all’abbassamento del quorum nel rapporto tra sedi e abitanti. Un rapporto, secondo Ranaudo, che «garantisce comunque redditività». Se prima della legge 27, infatti, nei Comuni con meno di 12500 abitanti poteva esserci una farmacia ogni 5000 residenti e nei Comuni con più di 12500 abitanti una farmacia ogni 4000 residenti, col provvedimento Monti si è introdotto il parametro unico di una farmacia ogni 3300 abitanti. Sono 2514 le sedi messe a concorso, tutte le Regioni hanno fissato il numero, ma in alcune, sottolinea Ranaudo, «non è stata nemmeno nominata la commissione, anche se la legge prevedrebbe un commissario ad acta dove c’è inadempimento». Il bando è scaduto a dicembre 2012 in Liguria, dove hanno concorso 941 persone (339 associati) per 89 sedi, con un rapporto tra partecipanti e queste ultime di 10,5; in Lazio, dove le sedi sono 279 per 2449 partecipanti (1281 associati) e un rapporto di 8,7; in Veneto, 224 sedi, 2270 partecipanti (1003 associati), rapporto 10,1; in Lombardia, 343 sedi, 3560 partecipanti (1577 associati), rapporto 10,3; in Toscana, 131 sedi, 2071 partecipanti (922 associati), rapporto 15,8; in Piemonte, 147 sedi, 1777 partecipanti (770 associati), rapporto 12,1. Il bando è invece scaduto oltre un anno fa, tra gennaio e luglio 2013, in Abruzzo, 85 sedi, 1223 partecipanti (522 associati), rapporto 14,4; in Sicilia, 222 sedi, 1876 partecipanti (1076 associati), rapporto 8,45; nelle Marche, 62 sedi, 1220 partecipanti (651 associati), rapporto 19,67; in Calabria, 91 sedi, 1226 partecipanti (577 associati), rapporto 13,47; in Emilia Romagna, 178 sedi, 3309 partecipanti (1805 associati), rapporto 18,59; in Friuli Venezia Giulia, 49 sedi, 640 partecipanti (276 associati), rapporto 13,06; in Sardegna, 90 sedi, 1212 partecipanti (470 associati), rapporto 13,46; in Puglia, 188 sedi, 1958 partecipanti (1132 associati), rapporto 10,41; in Umbria, 39 sedi, 919 partecipanti (466 associati), rapporto 23,56; in Valle d’Aosta, 2 sedi, 48 partecipanti (14 associati), rapporto 24; in Molise, 15 sedi, 245 partecipanti (86 associati), rapporto 16,33. Ultime arrivate, il 6 agosto di quest’anno, la Provincia autonoma di Bolzano, con 29 sedi, 83 partecipanti (29 associati), rapporto 2,86, e quella di Trento, con 16 sedi, 430 partecipanti (179 associati), e rapporto 26,8. Dunque un quadro piuttosto eterogeneo quanto a numero di sedi disponibili e di colleghi concorrenti, anche in rapporto alla popolosità e “appetibilità” regionale, il cui leit motiv è stata l’estrema dilazione dei tempi, se si tiene conto che per ora solo la Liguria ha pubblicato, il 30 luglio scorso, la graduatoria. «La Puglia – spiega Ranaudo – ha pubblicato una graduatoria provvisoria, dovrebbe uscire la definitiva, le altre Regioni sono ferme. Perché? Cosa ostacola l’apertura di queste farmacie? Non si può tenere bloccata l’opportunità di dare lavoro a tanti colleghi. In molti hanno partecipato in forma associata, e saranno la maggioranza di coloro che vinceranno i concorsi, che vuol dire tante famiglie che avranno un nuovo reddito, anche se non altissimo. Ma bisogna capire che il tempo dei redditi altissimi è finito ormai». I rischio dello stallo, secondo il professore, vanno anche oltre la mancata creazione di nuovi posti di lavoro. «Le conseguenze se non si va avanti col concorso potrebbero essere anche in direzione di una liberalizzazione, con l’entrata del capitale nelle farmacie, che saranno sempre meno di proprietà dei farmacisti. Abbiamo una ministra agli Affari regionali che è farmacista, mi appello a lei per spronare le Regioni perché accorcino i tempi».

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