enpaf“La crisi sta dispiegando i suoi drammatici effetti anche nell’ambito della professione farmaceutica. Questo accade ormai da tempo e lo si registra da numerosi parametri che riguardano, tra l’altro, anche la crisi occupazionale e la tenuta economica della farmacia.
Governare i difficili tempi della crisi vuol dire progettare ed avviare un radicale cambiamento nelle politiche del comparto, con la definizione di una ricollocazione della farmacia nelle logiche del mercato globalizzato e nella consapevolezza che va superata la profonda contraddizione che vede il comparto pubblico e quello privato della sanità declinare soluzioni opposte: nel pubblico si contengono i costi tagliando posti di lavoro, posti letto e servizi; nel privato si moltiplica il numero delle farmacie, incuranti che esse operano in un mercato anelastico.
In questo quadro è altresì necessario un ripensamento delle politiche previdenziali, dei relativi costi e coperture. Anche questa è diventata una vera emergenza che ho ritenuto di porre al presidente dell’Enpaf, Emilio Croce, con il preciso scopo di dare una risposta efficace e concreta alla platea sempre più estesa di farmacisti che, trovandosi in una temporanea condizione di indigenza economica, non sono in condizione di sostenere i costi dell’iscrizione all’Ente di previdenza e si cancellano dall’Albo con la conseguenza di rimanere emarginati da ogni opportunità professionale.
Insomma, servono soluzioni capaci di esprimere solidarietà come condizione per garantire la coesione intra-professionale.
Naturalmente per far fronte a nuove misure agevolative per i farmacisti in difficoltà dobbiamo tenere presente l’obbligo di rispettare i vincoli di bilancio dell’ente previdenziale e tale traguardo, che già di per sé è complicato, potrebbe essere vanificato se dovesse passare la norma contenuta nella legge di Stabilità che prevede l’aumento della tassazione dei proventi finanziari a carico delle Casse e dei fondi di previdenza complementare. Una decisione gravissima da parte del governo Renzi che potrebbe avere conseguenze esiziali per la previdenza dei professionisti che, è bene ricordarlo, producono con il loro lavoro il 15% del Pil nazionale.
Bene ha fatto, dunque, il presidente della Fofi sen. Andrea Mandelli, a costituire un tavolo di lavoro con Enpaf e con le organizzazioni sindacali rappresentative dei farmacisti. Ė un segno rassicurante dell’impegno profuso dalla Fofi sul versante delle politiche occupazionali e che trova concreto riscontro nel progetto “FarmaLavoro”, nonché nel monitoraggio sui criteri e sui tempi per l’apertura di nuove farmacie previste dal concorso straordinario le cui procedure sono ormai in fase conclusiva in quasi tutte le regioni.
Un’altra misura su cui sono convinto occorra recuperare più forti elementi di contrasto è l’abusivismo professionale. Ciò, non solo nella piena consapevolezza che non sia possibile esporre a rischio la salute pubblica nei casi in cui l’atto dispensativo non viene effettuato dal farmacista, ma anche che consentire a chi farmacista non è di dispensare il farmaco rappresenti la più grave e volgare ferita alla dignità della professione.
Sono certo che nel tavolo inaugurato oggi dal senatore Mandelli saranno individuate le soluzioni più adeguate perché l’Enpaf possa dare le attese risposte nel rispetto dei vincoli di bilancio”.
Lo dichiara in una nota il senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri, presidente Ordine Interprovinciale dei Farmacisti Bari e Bat e vice presidente Fofi.

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