farmaci equivalentiBene le Asl del Veneto nell’uso dei farmaci generici, e dai dati emersi, le veronesi sono state tra le più virtuose. Se tutte avessero utilizzato i farmaci equivalenti allineandosi alle più “attente” (le Asl veronesi hanno dato ottimi risultati nel 2013), la Sanità pubblica regionale avrebbe risparmiato nel 2013 ulteriori 14 milioni di euro. Il dato emerge da un documento della Commissione Tecnica Regionale Farmaci della Regione Veneto (*) nel quale si ribadisce anche che a livello scientifico che i farmaci equivalenti sono perfettamente sostituibili ai cosiddetti branded, ovvero i farmaci di marca.

[Se non vuoi perdere tutte le novità iscriviti gratis alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Arriva nella tua casella email alle 7 del mattino. Apri questo link]

«La Regione Veneto fa benissimo a ri-promuovere la cultura del farmaco equivalente perché, come si legge proprio del documento, è una scelta sicura e dettata non solo da esigenze economiche, ma etiche dal momento che il risparmio ottenuto viene investito nella sanità pubblica e quindi nella qualità della salute di tutti i cittadini – sottolinea Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona, l’Associazione di titolari di farmacia -. Purtroppo c’è ancora tanto scetticismo legato anche ad una conoscenza non approfondita. Un medicinale equivalente ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa del medicinale di riferimento e rispetta i tre requisiti fondamentali necessari ad ogni medicinale per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio: qualità, sicurezza ed efficacia. Il farmacista è obbligato dalla legge a comunicare l’esistenza del farmaco generico e quindi, nel caso non vi siano motivate indicazioni restrittive da parte del medico, a rimettersi alla volontà del paziente. Nel caso in cui venga consegnato il farmaco di marca (per scelta del paziente o motivata del medico), il paziente deve pagare la differenza tra l’importo del farmaco e quello indicato nella lista dei prezzi di riferimento».

Nei primi 9 mesi del 2013 il consumo dei farmaci equivalenti è stato del 67% (numero pezzi) in Veneto contro il 65% nazionale, mentre nell’ambito della spesa, quella dei farmaci equivalenti ha rappresentato appena il 47% del totale, un punto in più rispetto alla media nazionale. La bioequivalenza tra due farmaci si determina attraverso studi di confronto di parametri farmacocinetici. Due formulazioni sono equivalenti quanto i parametri farmacocinetici sono sovrapponibili con un definito margine massimo di tolleranza stabilito per legge. Non stiamo parlando del principio attivo, ma della biodisponibilità un termine che indica sia la frazione di farmaco somministrato che raggiunge la circolazione sistemica senza subire alcuna modificazione chimica rispetto al totale somministrato, sia la velocità con cui il farmaco è reso disponibile nella circolazione sistemica. Infine, sempre nel documento della Commissione Tecnica Regionale Farmaci, si evidenziano i principi attivi da brevetti scaduti attualmente più utilizzati, che sono il Lansoprazolo e Pantoprazolo (inibitori della pompa protonica) e Artovarstina (contro ipercolesterolemia); ulteriori risparmi potranno essere raggiunti nel prossimo futuro grazie alla imminente scadenza, entro l’anno, di brevetti importanti come gli antagonisti Lucentis (principio attivo ranibizumab) e Avastin (principio attivo Bevacizumab) al centro della polemica vinta dalla Regione Veneto che voleva usare il secondo perché meno costoso. Entrambi scadranno il 28 dicembre del 2014.

(*) Del 3 aprile 2014

© Riproduzione riservata

Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia

Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.

Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.