ricetta elettronica venetoDal primo settembre il Veneto bandisce la ricetta rossa: i cittadini che richiederanno una prescrizione al proprio medico di medicina generale riceveranno un promemoria stampato su carta bianca con il quale andare in farmacia per ritirare i farmaci. Dopo quasi un anno di sperimentazione la dematerializzazione entra nel vivo con l’abbandono della ricetta cartacea, un ulteriore passo sulla strada del Fascicolo sanitario elettronico regionale. Questo almeno nelle intenzioni, perché se l’obiettivo è quello di rendere più efficiente l’aderenza prescrittiva e ridurre i costi, le criticità non mancano, e come sempre il punto nodale riguarda la connettività. Arsenàl.it, il consorzio delle 23 aziende sanitarie e ospedaliere della Regione Veneto che coordina l’iniziativa nell’ambito dell’Fse regionale, ha calcolato che grazie alla ricetta dematerializzata il sistema sanitario veneto risparmierà ogni anno più di 3 milioni di euro, 3.244.901 per la precisione, grazie alla messa in rete dei 3.332 medici di medicina generale e dei 580 pediatri di libera scelta. Medici e farmacie hanno dovuto aggiornare i propri sistemi gestionali, ma per il cittadino di fatto non ci saranno cambiamenti particolari: al posto della rossa riceve un promemoria bianco con il numero di ricetta elettronica da presentare in farmacia per ricevere il farmaco prescritto dal medico. Questo, con un giovo di parole, ciò che dovrebbe succedere “sulla carta”, salvo imprevisti con la rete Internet, la cui piena funzionalità è fondamentale perché il processo con la ricetta elettronica vada a buon fine. Il problema, come è noto, è la copertura a macchia di leopardo sul territorio. «Dal primo di settembre si lavora solo col promemoria – spiega il presidente Federfarma Belluno, Roberto Grubissa –; la sperimentazione è partita l’autunno scorso con la dematerializzazione, ma usando ancora la ricetta rossa, e il sistema è servito quindi solo in parte a capire l’effettività del processo, perché in qualsiasi momento si poteva usare la classica ricetta rossa di carta. Anche per chi ha connessioni buone poi di fatto all’atto pratico, quando spedisce la ricetta in determinati orari, il sistema risulta molto rallentato, e non si è riusciti a capire da cosa dipendano questi problemi. Per chi invece ha problemi di connettività, ad esempio tanti paesi di montagna che non hanno rete, non si sa come faranno». Il banco di prova vero si ha quindi solamente adesso. «Solo ora possiamo renderci conto di come andrà – continua Grubissa –, ma senza aver risolto i problemi emersi. A parte la buona volontà dei colleghi, che in molti si sono ad esempio attrezzati con la connessione satellitare, anche se non è comunque affidabile se nevica, per il resto i problemi di connettività rimangono, ancora non si capisce l’origine dei rallentamenti, e sulla banda non si è fatto nulla, perciò dovremo vedere come andrà». La Regione Veneto ha organizzato una campagna di comunicazione per i cittadini dal titolo “Cambia il colore, aumenta il valore”, che prevede la distribuzione di materiali informativi negli ambulatori medici, e i prossimi step della dematerializzazione contano sulla successiva estensione anche alle prescrizioni specialistiche erogate dai medici delle aziende sanitarie. Il processo sarà completato dal 2015, quando la rossa scomparirà del tutto e al cittadino basterà andare in farmacia con la tessera sanitaria. «Facciamo la ricetta elettronica – conclude Grubissa –, che è una Ferrari, ma di fatto stiamo correndo con una rete da mulattiere. La ricetta elettronica sarebbe un ottimo sistema, ma se l’infrastruttura non consente velocità rischia di trasformarsi in uno svantaggio».

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