siero-antivipera-farmaciadi Dr. Manuél Marra SHI Puglia

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Scrivo a nome della sezione regionale pugliese della Societas Herpetologica Italica, associazione nazionale che promuove la ricerca erpetologica di base e applicativa, la diffusione delle conoscenze sull’argomento e la relativa divulgazione, la tutela degli Anfibi e dei Rettili e dei loro habitat, in ogni parte del mondo e in particolare in Italia. Le scrivo a proposito dell’articolo pubblicato dalla vs redazione il 29 maggio 2013, dal titolo ” Antivipera: no in farmacia “. L’articolo in questione pone l’accento sulla mancata disponibilità del siero antivipera nelle farmacie e sulla pericolosità della vipera in caso di morsicatura, argomenti su cui vorremmo esprimere alcune considerazioni costruttive al fine di aprire con la Vs Redazione un dialogo volto a fare chiarezza sulla “questione vipera”. Vorremmo sottolineare che il siero antiofidico è stato ritirato dalle farmacie in seguito a un Decreto Ministeriale – del Ministero della Sanità – emesso in data 21 giugno 2001. La scelta di ritirare il siero antivipera dalle farmacie, rendendolo così somministrabile solo da personale medico in ambiente ospedaliero, appare oltre che sensata, indispensabile, poiché la somministrazione del siero in ambiente extra-ospedaliero potrebbe far incorrere il malcapitato in uno shock anafilattico senza che sussistano le condizioni necessarie per porre in atto un adeguato e tempestivo intervento medico. Come indicato in diversi manuali per corsi base di primo soccorso (C.R.I., Brevetto Europeo del Primo soccorso) è infatti più alta la mortalità per shock anafilattico da uso di siero antivipera (superiore al 3%) che non la mortalità da morso di vipera (1-2% in Italia). […] Ci preme anche rimarcare come la vipera sia un animale timido che preferisce nascondersi e fuggire in presenza dell’uomo, mordendo raramente, e solo se molestata, toccata o calpestata. Le parti corporee maggiormente esposte a un eventuale morso ovviamente sono gli arti superiori e inferiori, mentre tronco, collo e testa vengono morse più raramente. Inoltre, il morso di vipera non implica necessariamente l’inoculazione del veleno, poiché in alcuni casi il morso avviene “a secco” ossia senza l’iniezione del veleno. Fatte queste premesse, concordiamo in pieno sulla necessità di potenziare le strutture ospedaliere locali con mezzi idonei e personale qualificato affinché si possa operare tempestivamente, offrendo al malcapitato un adeguato soccorso in seguito a una morsicatura da vipera. Tuttavia, crediamo che l’articolo pubblicato dalla vostra redazione possa infondere eccessivi allarmismi nel lettore, mentre a nostro parere, per una più serena convivenza con questi utilissimi e importantissimi animali, sarebbe necessario promuovere una loro migliore conoscenza e alcune semplici regole da seguire durante le escursioni, applicando, in caso di morso da vipera, le linee guida di primo soccorso promosse dal Ministero della Salute. Qualora in futuro Vogliate ritornare sull’argomento, saremmo lieti di renderci disponibili per una proficua collaborazione con la Vs Redazione al fine di promuovere la divulgazione erpetologica.

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